Il Centro Sportivo Italiano compie 80 anni. La più antica associazione polisportiva attiva in Italia, nata su iniziativa della Gioventù italiana di Azione Cattolica, oggi è una realtà diffusa su tutto il territorio italiano. Lo sport come momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale, ispirandosi alla visione cristiana dell’uomo e della storia nel servizio alle persone e al territorio.
Il Centro Sportivo Italiano conta oggi 1.454.072 tesserati, di cui circa 600.000 giovani under 18 e 8.800 atleti con disabilità. E’ presente sul territorio nazionale con 18 sedi regionali e 132 sedi territoriali, compresa quella di Palermo
l’altroparlante ha intervistato il Presidente della sede Territoriale di Palermo, Maurizio Polizzi.
Presidente, quest’anno ricorrono 80 anni dalla fondazione del CSI. Cosa significa essere eredi di una storia così importante?
“Essere eredi di una storia come quella del Centro Sportivo Italiano significa portare avanti un patrimonio prezioso di valori, esperienze e testimonianze che hanno segnato la vita di milioni di persone. Ottant’anni di impegno nello sport, nella formazione e nel servizio alle comunità sono una grande responsabilità ma anche una fonte di profondo orgoglio.
Il volontariato nello sport, oggi più che mai, rappresenta un segno concreto di servizio al bene comune e un dono per le nuove generazioni. È grazie a migliaia di dirigenti, tecnici e animatori che il CSI continua a essere un punto di riferimento per chi vede nello sport non solo competizione, ma occasione di crescita umana, sociale e spirituale.
Il nostro è un percorso che unisce tradizione e rinnovamento: un’associazione che cresce con il tempo restando giovane, con oltre un milione e mezzo di tesserati e più di 120 discipline sportive praticate in tutta Italia. Il CSI è presente ovunque, nella chiesa, nella scuola, nei quartieri, nei piccoli comuni e nelle periferie, come presidio educativo e sociale, dove lo sport diventa incontro, accoglienza e servizio all’uomo.
Quest’anno abbiamo voluto celebrare questo traguardo importante con momenti significativi. Il primo a livello regionale, a Palermo, dal 12 al 14 settembre, con il convegno a Villa Niscemi, il Villaggio dello Sport alla Cattedrale e il Consiglio Regionale. A livello nazionale, invece, lo scorso 4 ottobre a Roma, con l’evento all’Auditorium Conciliazione, alla presenza di autorità civili, religiose e del mondo sportivo. Il pellegrinaggio, l’attraversamento della Porta Santa e la Santa Messa nella Basilica di San Pietro hanno reso questo anniversario un’occasione di profonda gratitudine e rinnovato slancio per il futuro”.
Quali prospettive e quali idee progettuali per proseguire questo cammino?
“Il CSI guarda al futuro con la forza delle sue radici e la freschezza dei suoi sogni.Con uno sport che educa, che accoglie, che unisce. Un movimento che cresce insieme alle persone e ai territori.
Investire sui giovani, innovare con coraggio, costruire alleanze, custodire i valori. Perché lo sport del CSI non è solo competizione: è comunità, formazione e servizio all’uomo.
Il futuro del CSI sarà quello di un’associazione capace di coniugare tradizione e innovazione, di essere fedele al Vangelo e al tempo stesso vicina alle persone e alle loro esigenze concrete. Vogliamo continuare ad essere una presenza viva e generativa nelle comunità, attraverso lo sport e i valori che da 80 anni ci accompagnano”.
Quali sono le attività che il CSI di Palermo porterà avanti in questa stagione appena iniziata?
“Tante le attività sportive e formative in programma ci sono i campionati di calcio a cinque oratorio cup e provinciali quelli di pallavolo, di pallacanestro, tennistavolo, padel, ciclismo, trail running, corsa campestre, ginnastica calisthenics e per anziani ma anche i corsi di formazione per allenatori ed arbitri di calcio e pallavolo, segnapunti pallavolo, per animatori sportivi in parrocchia ed oratorio, BLSD, Clinic di aggiornamento, incontri di formazione per dirigenti, il Natale e la Pasqua dello Sportivo”.
Cosa può dire ad una ragazza e ad un ragazzo sull’importanza di fare sport in un contesto come quello del CSI e, soprattutto, in una città come Palermo?
“Più che dire, credo sia importante ascoltarli. I giovani hanno tanto da raccontare, e lo sport è uno dei linguaggi più belli attraverso cui possono esprimersi. Fare sport nel CSI significa vivere un’esperienza di dono reciproco, di rispetto delle regole e dell’altro, dove ogni partita, ogni allenamento, ogni incontro diventa occasione di crescita personale e comunitaria. Lo sport può essere anche segno concreto di solidarietà e accoglienza. Nei nostri campi, nelle palestre, nelle scuole e negli oratori, coltiviamo ogni giorno valori fondamentali: la dignità di ogni persona, il diritto alla pace e al gioco, e l’idea che l’altro, chiunque egli sia, non è una minaccia, ma un dono.
Durante i festeggiamenti per gli 80 anni del CSI, il nostro Arcivescovo, Don Corrado Lorefice, ci ha ricordato parole che custodiamo nel cuore: ‘Il gioco non è solo legato ai singoli sport, è la verità della vita umana perché è incontro, capacità di misurarsi con l’altro, riconoscimento e rispetto della diversità, onestà. In questo il CSI ha un ruolo fondamentale: mettere insieme non solo chi fa sport per ispirazione cristiana, ma tutti’. Ecco, questo è il nostro spirito. Con gioia e responsabilità vogliamo vivere il nuovo anno sportivo mettendo al centro i giovani: ascoltarli, accompagnarli, incoraggiarli. Desideriamo essere per loro buoni maestri, compagni di viaggio, esempi di vita, punti di riferimento affidabili per la loro crescita. Nonostante le difficoltà che il nostro tempo presenta, crediamo fortemente nella missione educativa dello sport. Educare alla vita e alle regole attraverso il gioco è la nostra vocazione. Per questo abbiamo bisogno di presidenti, dirigenti, allenatori, arbitri e giudici che non siano soltanto tecnici competenti, ma soprattutto educatori appassionati, persone capaci di condividere con cuore grande il patto associativo del CSI“.
Sicuramente un percorso lungo e difficile perchè fatto di difficoltà quotidiane. Una storia antica ma ancora attuale, al servizio delle persone, al servizio della nostra città, attraverso lo sport.
Pasquale Di Maggio








































