“Donare il sangue, non versarlo”: con questo slogan Avis Sicilia ha scelto di legare le giornate della memoria dei magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Rosario Livatino a una campagna di sensibilizzazione sulla donazione. Dopo gli appuntamenti di maggio e luglio, l’ultima tappa è fissata per il 21 settembre, ricorrenza dell’uccisione di Livatino, con un ciclo di iniziative che culminerà il 22 settembre a Palermo in un convegno dedicato all’etica della donazione.
L’obiettivo è duplice: allargare la platea dei donatori, in particolare tra le nuove generazioni, e richiamare l’attenzione su una criticità strutturale che penalizza la Sicilia. A fronte di una cronica carenza di sangue, aggravata ogni anno dal calo delle donazioni estive, la situazione si fa ancora più difficile sul fronte del plasma.
La raccolta infatti dipende dall’utilizzo dei separatori cellulari, apparecchiature costose che consentono di effettuare plasmaferesi e di isolare altre componenti del sangue. La loro distribuzione sul territorio siciliano è irregolare: la sezione Avis della provincia di Ragusa ne dispone di ben 38, mentre realtà come quella di Palermo ne hanno soltanto uno, e la dotazione risulta insufficiente anche nelle province di Trapani, Agrigento ed Enna.
Questa disparità limita fortemente le possibilità di raccolta. È necessario quindi un intervento del Centro regionale sangue e delle direzioni generali delle Asp, chiamate ad acquisire e distribuire in modo più capillare le apparecchiature, che non possono essere acquistate direttamente dalle associazioni in quanto i separatori cellulari vengono solo distribuiti in comodato d’uso alle Asp.
“Donare è fondamentale” – sottolinea il presidente regionale Salvatore Calafiore – “perché in Sicilia ci sono 2700 talassemici che necessitano di due sacche di sangue ogni venti giorni. Non disporne significa costringere queste persone a vivere in condizioni di grave sofferenza”.
Andrea Maria Rapisarda Mattarella








































