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Ven, 07 Nov 2025
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Educare alla Terra: il senso profondo della Giornata Mondiale dell’Educazione Ambientale

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La Giornata Mondiale dell’Educazione Ambientale del 14 ottobre nasce per iniziativa della World Environmental Education Association (WEEC Network) e della Foundation for Environmental Education (FEE), organizzazione internazionale che promuove programmi come Eco-Schools, Bandiera Blu e Green Key.
È una giornata di sensibilizzazione, di condivisione e di azione, che mobilita scuole, amministrazioni, università, imprese e cittadini in tutto il mondo. Ogni anno vengono organizzati incontri, laboratori, seminari e campagne per riflettere su come l’educazione possa diventare motore di cambiamento, strumento di resilienza e base per una nuova etica ambientale.

Non si tratta di una celebrazione simbolica: è un momento di bilancio e rilancio per politiche pubbliche, percorsi didattici e iniziative sociali legate alla sostenibilità.

Educazione ambientale in Italia: scuole, territori e cittadini protagonisti

In Italia, la cultura dell’educazione ambientale ha radici solide. Fin dagli anni ’90, con la nascita del Programma INFEA (Informazione, Formazione ed Educazione Ambientale) promosso dal Ministero dell’Ambiente, si è costruita una rete di Centri di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità (CEAS) che operano in tutto il territorio, spesso in collaborazione con parchi naturali, enti locali e associazioni.

Negli ultimi anni, la collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha dato vita a nuovi programmi per inserire l’educazione ambientale nei curricoli scolastici, con focus su economia circolare, energie rinnovabili, tutela della biodiversità e cambiamento climatico.

Le scuole italiane, anche grazie ai programmi Eco-Schools della FEE, sono diventate veri e propri laboratori di sostenibilità. Secondo i dati 2024 della FEE Italia, oltre 1500 istituti partecipano al programma, adottando comportamenti virtuosi nella gestione dei rifiuti, nell’efficienza energetica e nella mobilità sostenibile.
Parallelamente, centinaia di comuni italiani, in collaborazione con le ARPA e le università, promuovono percorsi di educazione ambientale diffusa rivolti ai cittadini, ai giovani e alle imprese.

Educare alla transizione ecologica

Oggi l’educazione ambientale non è più solo un tema culturale, ma un pilastro della transizione ecologica. Senza un cambiamento dei comportamenti individuali e collettivi, le politiche climatiche rischiano di restare inefficaci.

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, riconosce il ruolo dell’educazione e della formazione come strumenti chiave per sviluppare competenze verdi (green skills) e promuovere un’economia a basse emissioni.
Anche il Piano nazionale per l’educazione civica e ambientale lanciato nel 2020 inserisce ufficialmente la sostenibilità tra i pilastri della formazione dei cittadini, insieme alla Costituzione e alla cittadinanza digitale.

In questa prospettiva, la scuola si trasforma in un laboratorio civico in cui i giovani apprendono non solo il rispetto dell’ambiente, ma anche il valore della cooperazione, dell’equità e della solidarietà.

Nuove frontiere: dalla consapevolezza alla partecipazione

L’educazione ambientale del XXI secolo si muove su due binari: la conoscenza scientifica e la partecipazione civica. Oggi la sfida non è solo capire i problemi, ma agire per risolverli. Le nuove generazioni lo sanno bene anche grazie a movimenti come Fridays for Future, l’ambientalismo giovanile ha trasformato l’educazione in mobilitazione.

Ma anche il mondo della ricerca, dell’impresa e della comunicazione sta riscoprendo il valore pedagogico della sostenibilità. Le università italiane promuovono corsi e master dedicati all’educazione ambientale, mentre le aziende adottano programmi di formazione interna e progetti di responsabilità sociale che mettono al centro il rispetto dell’ambiente.

Secondo l’UNESCO, entro il 2030 tutti i sistemi educativi dovranno integrare la sostenibilità nei programmi di studio, sviluppando competenze che aiutino studenti e lavoratori a comprendere le connessioni tra economia, società e ambiente.

Educare per cambiare: la cultura come infrastruttura del futuro

L’educazione ambientale non è solo una materia di studio: è una cultura del vivere.
Significa imparare a considerare l’ambiente come parte integrante della nostra identità e delle nostre scelte quotidiane, dall’alimentazione al consumo energetico, dalla mobilità alle relazioni sociali.

Il 14 ottobre, Giornata Mondiale dell’Educazione Ambientale, ci ricorda che la transizione ecologica non comincia nei ministeri o nei laboratori, ma nelle scuole, nelle famiglie, nei comportamenti quotidiani. È nelle aule, nei parchi, nelle città e nei piccoli gesti che si costruisce la coscienza ecologica collettiva.

Educare per cambiare” è il motto che riassume lo spirito di questa giornata: perché senza educazione non può esserci cambiamento, e senza cambiamento non ci sarà futuro.
L’educazione ambientale, in fondo, è la lingua del domani: una lingua che parla di rispetto, equilibrio, speranza e del fatto che dobbiamo imparare a usare ogni giorno, per noi e per le generazioni che verranno.

Roberto Greco

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