spot_img
Ven, 07 Nov 2025
spot_img
spot_img
spot_img

Il Gioco è cambiato: come le scommesse stanno riscrivendo le regole dello sport

Reading Time: 10 minutes

Le scommesse sportive, diventate nel tempo un fenomeno di portata globale con un mercato mondiale da 536 miliardi di dollari, stanno ormai incidendo pesantemente su settori industriali come i media e le leghe sportive e si prevede che il mercato mondiale, guidato dalla crescita delle infrastrutture digitali e dalla diffusione della connettività wireless dovrebbe crescere ad un ritmo superiore al 10% l’anno tra il 2024 e il 2030. L’ascesa delle piattaforme online e il crescente utilizzo degli smartphone hanno cambiato il modo con cui i consumatori svolgono una serie di attività, tra cui le scommesse sportive. Ce lo racconta, nel dettaglio, Eurispes nel suo report “Scommesse, Sport e Media“.

Il nostro Paese, che ospita il mercato del gioco d’azzardo più grande d’Europa, non è esente da queste tendenze: con la digitalizzazione che annulla i confini geografici, gli operatori italiani si trovano a competere con marchi internazionali, mentre le autorità di regolamentazione devono adattarsi a un contesto influenzato dagli sviluppi globali. Le scommesse, negli ultimi decenni, hanno subìto una profonda e radicale trasformazione. Sono passate dall’essere considerate un’attività marginale praticata in piccoli punti vendita o attraverso canali informali ad un mercato in continua crescita che è arrivato a rappresentare oltre il 20% del mercato del gioco d’azzardo in Italia.

Uno degli effetti immediati della crescita di questo comparto sull’industria dello sport è stato quello di aumentare il coinvolgimento del pubblico nei confronti degli eventi sportivi. Questo si traduce in un aumento degli ascolti televisivi e quindi del valore degli spazi pubblicitari. D’altronde, quando si ha un interesse diretto nel risultato di una partita, si è più propensi a sintonizzarsi e a rimanere impegnati per tutta la durata dell’evento. Maggior coinvolgimento del pubblico però vuol dire anche maggiori entrate per le leghe e le squadre sportive professionistiche, nonché un incremento nel valore dei diritti televisivi. Le scommesse hanno, tuttavia, un impatto multiforme sulla vita degli individui e sull’industria dello sport. Se da un lato contribuiscono alla crescita economica e migliorano il coinvolgimento dei tifosi, dall’altro pongono delle importanti sfide, sia in termini normativi, ad esempio il contrasto alle attività di riciclaggio, sia per quanto riguarda la salute delle persone coinvolte, visto il rischio di dipendenza insito nel gioco d’azzardo. Un altro aspetto sensibile rilevato dall’Eurispes, che lambisce anche il settore delle scommesse, riguarda l’esistenza di circuiti di gioco illegale segnalati da un numero importante di cittadini: quasi 4 italiani su 10 ne hanno conoscenza diretta o indiretta.

Quadro normativo in Italia

L’Italia è passata dal monopolio pubblico alla liberalizzazione regolata, con un sistema di licenze gestito dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e un impianto di vigilanza che include audit, sanzioni e blocco dei siti illeciti.

L’ADM ha introdotto il “Regolamento sui Giochi Online” nel 2022, aprendo così un nuovo scenario operativo che ha espanso notevolmente il mercato complessivo. Questa rivoluzione digitale, come si vedrà, ha non solo modificato le modalità di scommessa, ma ha anche facilitato una più ampia interconnessione tra strumenti tradizionali e piattaforme innovative. Nello stesso anno ADM ha inibito 261 siti irregolari e controllato oltre un quinto degli esercizi fisici; le licenze online sono circa 200. La tassazione è mista: fee fissa sulle giocate fisiche e prelievo sul GGR per l’online stkimato tra il 10 e il 20%. La pubblicità è limitata, dopo le 21:00 con avvertenze, ma spesso aggirata tramite contenuti “informativi” su quote e pannelli interattivi delle piattaforme media.

L’Italia nel contesto europeo

La regolamentazione delle scommesse sportive in Europa varia notevolmente da paese a paese, in base ad una serie di elementi come, ad esempio, le tradizioni legali, le priorità economiche o gli atteggiamenti culturali nei confronti del gioco d’azzardo. Mentre alcuni Stati adottano modelli liberalizzati, favorendo la concorrenza, altri mantengono monopoli di Stato o impongono severe restrizioni per controllare i rischi legati al gioco. Le scelte incidono su concorrenza, tutela, tassazione e partecipazione al gioco.

Tra i mercati più aperti e con strutture legislative più liberalizzate si possono citare quello del Regno Unito, della Spagna, della Danimarca e di Malta. A grandi linee si può affermare come in questi paesi siano stati adottati modelli più aperti in cui operatori privati, dotati di regolare licenza, possono offrire servizi di scommesse sportive in un ambiente competitivo. Le normative in questi paesi, pur concentrandosi sulla protezione dei consumatori, su meccanismi di tassazione equa e su misure di gioco responsabile, tendono a garantire un accesso più ampio e facilitato al gioco d’azzardo rispetto ad altri Stati. Il secondo gruppo di paesi, che include Stati come la Francia e i Paesi scandinavi, adotta un modello incentrato sul monopolio di Stato, in cui le scommesse sono offerte esclusivamente da enti controllati dal Governo. Questo approccio garantisce un controllo diretto sul mercato, potenzialmente una maggiore tutela dei consumatori ma, oltre a limitare l’innovazione e la competitività, genera introiti tendenzialmente minori rispetto a quanto accade nei mercati più liberalizzati.

Esistono infine mercati che, seppur liberalizzati, adottano una serie di norme estremamente restrittive volte a disincentivare il più possibile il gioco d’azzardo. Ad esempio, in Germania, come evidenziato dalla European Gaming Association, gli operatori che vogliono entrare nel mercato devono ottenere una licenza federale sotto il Glücksspielstaatsvertrag (Trattato sul Gioco d’Azzardo). Sebbene questa serva a garantire la conformità alla normativa, il livello di tassazione imposto agli operatori, il 5,3% sulle entrate, è sufficientemente alto da disincentivare gli operatori internazionali dal partecipare al mercato tedesco. Più in generale si può affermare che questi paesi abbiano adottato delle normative altamente restrittive volte a limitare il gioco d’azzardo, come l’imposizione di severi limiti sulle modalità di scommessa, sulla pubblicità o sull’accesso a piattaforme online.

L’Italia in tema di gioco d’azzardo adotta una normativa che può essere definita “mista”. Da un lato, vengono adottate una serie di norme assimilabili a quelle dei mercati più liberalizzati in termini di numero di operatori e di rilascio di licenze. Dall’altro, il forte controllo esercitato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sull’intero settore ricorda i sistemi monopolistici. Ad esempio, per quanto riguarda la struttura di mercato, nel nostro Paese è consentita la presenza di operatori privati, rendendo il sistema più aperto di quanto non accada in paesi come la Francia o la Finlandia, ma il rilascio di licenze avviene attraverso procedure più rigide rispetto a paesi come la Spagna e il Regno Unito dove sono presenti procedure molto più snelle. Anche nel nostro Paese, però, esiste la concorrenza delle piattaforme offshore e dei sistemi di scommesse clandestine che, spesso gestite dalla criminalità organizzata, permettono ai giocatori di scommettere somme molto più elevate di quanto legalmente consentito. Al riguardo, basti pensare ai recenti casi di cronaca che hanno coinvolto diversi calciatori dove un gruppo affiliato alla criminalità organizzata gestiva un giro di scommesse clandestine utilizzando un negozio di gioielli come copertura per giustificare, attraverso l’acquisto fittizio di orologi o altri oggetti di valore, il movimento di grossissime somme di denaro.

Mercato Italia: dimensioni e dinamiche

  • Raccolta e gettito: nel 2024 la raccolta complessiva ha superato 157 miliardi (+6,5% sul 2023), con circa 11,5 miliardi di entrate per l’Erario. L’Italia è il più grande mercato europeo per GGR (21,5 mld nel 2023).
  • Fisico vs online: nel 2024 sono stati giocati circa 65,3 mld sul fisico e 92 mld online, con una spesa effettiva di 5,1 mld. La quota online è passata dal 54,7% nel 2023 al 58,5% nel 2024, ampliando il divario con il canale fisico.
  • Raccolta in crescita, gettito meno: 2004–2024: raccolta +515% (25,6 → 157,4 mld) contro gettito +57,5% (7,3 → 11,5 mld), per effetto del passaggio al prelievo sul margine, aliquote più contenute sull’online e maggiore pay-out, oltre a possibili ottimizzazioni fiscali.
  • Segmenti in evidenza: Le scommesse virtuali sono il comparto a crescita più rapida nel 2024 (+18,1%).

Mercato Italia: differenze demografiche e territoriali

  • Età: oltre il 50% dei conti attivi appartiene ai 18–34enni. Includendo i 35–44enni si arriva a circa il 75%. I 18–24enni hanno aperto nel 2024 quasi il 44% dei loro conti, segnalando forte spinta verso il digitale.
  • Regioni: la Campania guida le nuove aperture di conti online, +16,1%, seguita da Lombardia, +13,4%, e Sicilia, +11,1%. Il Sud mostra una marcata propensione all’online: spesa pro capite online più alta in Campania, pari a €163, Sicilia, €146, e Puglia, €132, mentre Veneto ed Emilia-Romagna sono sotto la soglia dei €75. Si tratta una vera e propria over-performance che suggerisce un rapido passaggio al digitale in aree tradizionalmente legate allo sportello fisico. La Lombardia risulta prima per la raccolta totale che è pari a 24,8 mld, con mix quasi 50/50 tra fisico e digitale.
  • Lettura di contesto: innanzitutto, emerge con chiarezza come le regioni con percentuali più alte di apertura di nuovi conti tendono anche ad avere una spesa online pro capite più alta che potrebbe indicare un maggiore coinvolgimento giovanile e digitale. Il secondo aspetto da mettere in luce riguarda il legame tra apertura di conti online, spesa pro capite e diffusione dell’infrastruttura web. Ci si aspetterebbe che in regioni con migliore accesso ad Internet e una maggiore copertura di Rete fissa dovrebbero trovarsi dati, riconducibili alla spesa online e all’apertura di nuovi conti, più alti di quanto non accada in aree del Paese dove l’infrastruttura è ancora carente. Dall’analisi dei numeri però emerge esattamente il contrario. Regioni come Campania e Sicilia, con la banda larga che copre circa il 35% del territorio regionale, hanno tassi di apertura di nuovi conti e di spesa pro capite on line il doppio o il triplo di quanto fatto registrare in regioni come Veneto, Toscana o Emilia-Romagna dove la copertura della banda larga arriva a raggiungere circa il 90% del territorio regionale. Alla luce di quanto detto si può supporre che queste differenze, più che da fattori infrastrutturali, siano date da una serie elementi culturali o anagrafici.

Il rapporto, inoltre, evidenzia come IA e data analytics abilitino quote in tempo reale, personalizzazione e micro-betting; la blockchain promette trasparenza e automazione (smart contract). Tuttavia, l’iper-personalizzazione può sfruttare vulnerabilità, come ad esempio l’inseguire perdite, sollevando questioni etiche e di asimmetria informativa. I sistemi di “gioco responsabile” basati su IA possono intercettare precocemente pattern a rischio (sensibilità >80%), ma c’è rischio di conflitto d’interessi se gli stessi dati ottimizzano la spesa. Le stesse notifiche push/autoplay aumentano l’esposizione al rischio.

Mercato Italia: scommesse sportive

Quello delle scommesse sportive in Italia è uno dei segmenti più dinamici e in rapida crescita anche a livello europeo, caratterizzato da continui cambiamenti nelle abitudini dei consumatori e dalla diffusione di tecnologie innovative. Il settore si articola principalmente tra canali fisici e digitali, e considerando entrambi i canali ha fatto registrare tassi di crescita annuali di circa il 20%. Quando si parla di scommesse sportive è utile distinguere tra due macro-tipologie di scommesse: il “Gioco a totalizzatore” e il “Gioco a quota fissa”. Alla prima categoria appartengono giochi come, “Concorsi pronostici sportivi”, “Ippica nazionale”, “V7” e parte delle “Scommesse ippiche in agenzia”. Queste tipologie di gioco sono caratterizzate dalla presenza di un montepremi, costituito da una percentuale prefissata della raccolta, ripartito poi tra i giocatori che hanno realizzato vincite. L’ammontare della vincita non è dunque predeterminato. Nel secondo gruppo rientrano invece le “Scommesse virtuali”, le “Scommesse sportive a quota fissa”, il “Betting Exchange” e parte delle “Scommesse ippiche in agenzia”. Tali giochi prevedono che la vincita sia data dal prodotto tra quota offerta e importo giocato; di conseguenza, l’importo da riscuotere in caso di vincita risulta essere predeterminato al momento della giocata. Per quanto riguarda gli eSports, questi sono stati la categoria di scommesse che ha registrato l’aumento più alto nell’ultimo anno con un più 40% fatto registrare nel 2024. La crescita è stata guidata principalmente dalle nuove generazioni e da un crescente interesse per i videogiochi competitivi come “League of Legends”, “Counter-Strike”, e “Dota 2”.

Mercato Italia: impatti sociali, sanitari e dipendenza

Le scommesse sportive in Italia hanno conosciuto una crescita straordinaria, trasformandosi in uno dei settori più redditizi del gioco d’azzardo. Tuttavia, accanto ai notevoli benefici economici, emergono preoccupazioni legate agli impatti sociali e psicologici. Sebbene molti possano approfittare delle scommesse come forma di intrattenimento responsabile, un numero crescente di individui sviluppa comportamenti eccessivi che causano conseguenze negative a livello personale, familiare e comunitario.

Secondo l’ISS, dati relativi al 2018, sono 18 milioni gli italiani che hanno giocato d’azzardo. Di questi si stima che 1,5 milioni siano “problematici”. Tra i minori, fascia d’età tra i 14 e i 17 anni, il 29,2% ha giocato almeno una volta nell’anno e circa il 3% dimostra segnali problematici. Nonostante ciò, solo il 6% degli utenti in carico ai SerD nel 2022 è per gioco d’azzardo, si tratta di circa 15mila persone, suggerendo forte sottotrattamento. Alla luce dell’espansione dell’online, il dato 2018 sottostima verosimilmente la situazione attuale.

Uno degli effetti sociali più immediati del gioco eccessivo è rappresentato dalle difficoltà finanziarie. Molti scommettitori, inizialmente attratti dall’aspetto ricreativo del gioco, si trovano poi coinvolti in comportamenti problematici, che portano all’accumulo di debiti e, in casi estremi, al fallimento economico personale. Uno studio pubblicato dall’Università di Bologna nel 2020 indica come un percentuale compresa tra il 3% e il 5% degli adulti scommettitori in Italia ha sperimentato questo genere di problemi. Tra i comportamenti problematici più diffusi vi è sicuramente quello legato al fenomeno “dell’inseguire le perdite”: l’individuo scommette sempre di più con l’obiettivo di recuperare le somme perse. Questo tipo di comportamento solitamente contribuisce ad instaurare un ciclo autodistruttivo che aggrava ulteriormente la propria situazione economica. Le conseguenze del gioco problematico non si limitano a coinvolgere il livello personale e quello familiare, ma si estendono anche al livello comunitario e societario. Le comunità in cui il gioco patologico è diffuso, devono far fronte ad un maggiore onere nei servizi pubblici, inclusi quelli sanitari, di consulenza e di sicurezza sociale. L’aumento dei costi per la gestione di situazioni di emergenza, come i ricoveri per disturbi mentali e il sostegno psicologico, grava sull’intero sistema di welfare locale. Inoltre, l’impatto negativo sulla produttività economica, dovuto alla ridotta capacità operativa degli individui coinvolti in comportamenti compulsivi, si traduce in una diminuzione della crescita economica complessiva. Le Amministrazioni locali, infine, si troverebbero a dover destinare risorse ingenti per sostenere programmi di prevenzione e intervento, sottraendo fondi che potrebbero essere investiti in altri settori dello sviluppo regionale.

Sport, media e “dipendenza sistemica”

Il rapporto segnala un legame crescente fra scommesse, audience e ricavi pubblicitari: piattaforme media e leghe beneficiano dell’aumento dell’engagement e della vendita dei diritti, con rischio di dipendenza economica del sistema da volumi di scommesse sempre più alti. In Italia, oltre alle sponsorizzazioni indirette, ad esempio i tabelloni a bordo campo, si diffondono formati “informativi” che presentano quote, inclusi sul principale quotidiano sportivo con piattaforma proprietaria di betting, in coerenza con linee guida AGCOM che li distinguono dalla pubblicità. Va segnalato inoltre che l’espansione delle scommesse sportive ha avuto ripercussioni importanti anche sugli stipendi dei giocatori e sul valore delle singole franchigie. Per quanto riguarda il primo aspetto, basti evidenziare come il modello di business delle leghe sportive americane si basi, in estrema sintesi, su di una divisione dei profitti tra la lega (ad esempio l’NBA), i proprietari delle squadre e i giocatori. Per quanto riguarda i giocatori lo stipendio massimo che possono ricevere al momento di firmare un contratto con una squadra è strettamente regolato da una molteplicità di parametri tra cui, il più importante, riguarda gli introiti generati dalla lega nell’anno precedente. Al riguardo si può evidenziare come gli stipendi annui dei giocatori nell’NBA siano quasi raddoppiati dalla stagione 2016-2017. In quella stagione il giocatore con lo stipendio annuale più alto era LeBron James con 31 milioni di dollari. Nella stagione appena trascorsa (2024-2025) il record dello stipendio più alto era detenuto da Stephen Curry con 55,7 milioni di dollari.

Cosa possiamo quindi fare?

Il futuro delle scommesse sportive in Italia dipenderà dalla capacità di coniugare innovazione economica e sostenibilità sociale. Il settore ha dimostrato finora di poter generare significativi benefici economici e avanzamenti digitali che trasformano l’esperienza dei consumatori. Questi vantaggi devono però essere bilanciati con una rigorosa protezione del consumatore e con una normativa che si adatti rapidamente ai cambiamenti tecnologici. Il futuro richiederà un approccio integrato dove, oltre a investire in tecnologie che migliorino la trasparenza, la sicurezza e l’esperienza degli utenti, sarà fondamentale aggiornare il quadro normativo in modo dinamico, garantendo un’uniforme applicazione su tutto il territorio nazionale. La collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, al fine di facilitare la diffusione delle migliori pratiche e l’adozione di innovazioni regolatorie, saranno fondamentali per affrontare una sfida che ha ormai assunto una dimensione globale. Le opportunità economiche legate ad un aumento delle scommesse in particolare, e del gioco d’azzardo in generale, sono evidenti, sia in termini di entrate fiscali che di crescita economica del settore. Altrettanto evidenti risultano essere i rischi economici e sociali per la cittadinanza.

Se, da un lato è fondamentale contrastare l’illegale e l’off-shore, anche con cooperazione interforze e tracciamento finanziario, vista la concorrenza di canali clandestini gestiti dalla criminalità, non possiamo dimenticare quanto sia necessaria la tutela dei minori e dei soggetti vulnerabili, ampliando auto-esclusione, limiti di spesa “by default”, educazione digitale nelle scuole e campagne nazionali.

© 2025 l'atroparlante.it. Riproduzione riservata

Ultimi Articoli