«Quando ho iniziato, i lettori venivano da soli, entravano in libreria per curiosità o per abitudine. Oggi invece bisogna uscire, andare verso le persone, costruire gruppi, suscitare interesse con gli eventi, con le proposte nelle scuole. È così che cerchiamo di reggere il calo della lettura e far quadrare i conti. La nostra libreria si basa sul consiglio, sulla gentilezza, sul tentativo costante di incuriosire con nuovi percorsi, di seguire le tendenze e intercettare i gusti dei più giovani». Così esordisce Fabrizio Piazza, il libraio della libreria “Modus Vivendi” di Palermo.
In un tempo in cui le librerie chiudono e i lettori sembrano diminuire, ci sono luoghi che resistono, reinventandosi. Uno di questi è proprio la “Modus Vivendi”, che da quasi trent’anni unisce libri, artigianato e cultura, restando un punto di incontro per generazioni diverse.
La libreria “Modus Vivendi”
Nata nel 1997 nel cuore di Palermo, in via Quintino Sella, a pochi passi da viale della Libertà, la libreria si è distinta fin dall’inizio per la sua impostazione indipendente e per una visione culturale aperta. Non solo libri, ma anche tessuti e manufatti artigianali di alto valore etico e culturale, in particolare dall’India: pashmine, tessuti e oggetti che raccontano storie e tradizioni, spesso legati al lavoro di cooperative femminili. La scelta di affiancare ai libri questi prodotti nasce dal desiderio di offrire un’esperienza diversa, in cui ogni oggetto abbia un significato e un legame con la cultura. È una libreria che invita a sostare, a guardarsi intorno, a scoprire. Nel tempo, Modus Vivendi ha costruito una comunità fedele di lettori, che si rinnova di generazione in generazione. È diventata un piccolo centro culturale: reading, colazioni letterarie, incontri con autori, progetti di lettura nelle scuole. Tutto contribuisce a mantenere vivo il rapporto con il pubblico e con la città.
«Le librerie indipendenti», aggiunge il libraio, Fabrizio Piazza, «hanno bisogno di sostegno. Gli strumenti governativi dovrebbero aiutarle a resistere». Dietro ogni libreria c’è infatti un presidio culturale, un lavoro quotidiano fatto di passione, di fatica e di cura.
La libreria “Modus Vivendi” è la prova che, nonostante le difficoltà, esistono ancora luoghi di bellezza, dove il libro resta un oggetto prezioso, capace di diffondere cultura e di coltivare relazioni umane.
Dorotea Rizzo








































