È stata inaugurata martedì 16 settembre, a Palermo, nella sede di “Assostampa Sicilia”, la mostra fotografica “Memorabili: l’informazione che cambia, la libertà che ci resta”, curata dal maestro del fotogiornalismo Franco Lannino. Un viaggio per immagini che racconta come è cambiato il mestiere del cronista dagli anni Sessanta ai primi anni Duemila, con uno sguardo anche agli effetti delle cosiddette “leggi bavaglio”.
Durante la presentazione, i rappresentanti di Assostampa hanno spiegato che si è scelto di partire da tre immagini simbolo, quelle di Mauro De Mauro, Mauro Rostagno e Giovanni Spampinato, figure che incarnano il coraggio e il sacrificio di chi ha creduto nella forza della cronaca. Tra gli scatti, non manca un omaggio alla storia del sindacato, con fotografie che raccontano decenni di battaglie e di impegno collettivo.
Roberto Leone, Vicesegretario Vicario di Assostampa Sicilia, e Tiziana Tavella, Presidente del Consiglio Regionale, hanno sottolineato come la mostra non sia solo memoria ma anche un richiamo al presente: “La storia del presente l’hanno fatta e continuano a farla i giornalisti attraverso le loro cronache che devono avvenire in libertà. Quella libertà è possibile se si è vicini ai fatti, consentendo che una opinione altrettanto libera si formi: in breve, il giusto funzionamento della democrazia”.
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Noi de l’altroparlante abbiamo incontrato Franco Lannino, curatore della mostra, che con entusiasmo ci ha raccontato il percorso che ha portato alla realizzazione di questa esposizione. Vederlo parlare del suo lavoro con quella passione è stato un privilegio, una gioia che si riflette nelle immagini stesse. L’inaugurazione ha visto una grande partecipazione di pubblico, attento e coinvolto. Camminando tra le fotografie, era impossibile non provare emozione davanti ai volti e agli strumenti di lavoro dei cronisti che hanno segnato la storia del giornalismo italiano. Guardando quegli scatti, sembrava quasi che i protagonisti volessero rivolgerci un invito: continuare a scrivere in assoluta libertà, senza restrizioni o censure, perché solo così la democrazia può davvero funzionare.
Dorotea Rizzo







































