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Mer, 12 Nov 2025
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Palermo, i Carabinieri rafforzano i controlli nel centro storico

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Rafforzare la percezione di sicurezza tra i cittadini e garantire una presenza costante e visibile delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni.
L’intento è quello di mantenere alta l’attenzione sulle aree della movida e scoraggiare comportamenti irregolari o potenzialmente pericolosi, così come avvenne a fine 2024, quando dal Ministero dell’Interno veniva inviata ai prefetti una direttiva firmata dal ministro Matteo Piantedosi, con cui si evidenziava l’importanza di individuare, con apposite ordinanze, alcune zone delle città dove vietare la presenza di soggetti pericolosi con precedenti penali e poterne quindi disporre l’allontanamento.

Erano quelle le prime zone rosse, che ricordano le loro “antenate” istituite ai tempi della pandemia e che adesso servono a contrastare un’altra emergenza: la criminalità. Uno strumento già sperimentato in altre città, dove ha dato risultati positivi sin dalla sua prima applicazione, secondo quanto reso noto dal Ministero dell’Interno.

La stretta sulla malamovida nel cuore di Palermo passa dunque dalle zone rosse. L’ordinanza firmata dal Prefetto Massimo Mariani ha dato il via a un piano di vigilanza straordinaria in tre punti nevralgici della città — Teatro Massimo, Vucciria e Maqueda-Stazione — dopo il tragico omicidio di Paolo Taormina in via Spinuzza e una lunga scia di episodi di violenza notturna.

L’ordinanza sarà valida per tre mesi, senza tuttavia ridurre di fatto la violenza, né affrontare le cause sociali del disagio, e non cambiando il volto dei quartieri “difficili” che continuano ad essere lasciati ai margini. Il rischio è che la criminalità si sposti semplicemente da una zona all’altra della città, lasciando intatti i problemi di fondo. L’ordinanza, destinata a scadere dopo tre mesi, potrebbe non essere prorogata, e nessuno sa se verrà rinnovata o lasciata cadere.
Il suo effetto più evidente è forse quello di raccontare una città che rincorre l’emergenza senza affrontarla alle sue radici.

Il provvedimento vieta per sette giorni la settimana la permanenza nelle zone individuate a soggetti già segnalati all’autorità giudiziaria per reati legati a spaccio di droga, percosse, lesioni, risse, rapine, furti con strappo, danneggiamenti, occupazioni abusive e porto d’armi.
In particolare, il provvedimento mira a inibire la presenza di persone già denunciate per attività illegali che generano un clima di insicurezza e impediscono il “pacifico vivere civile”, come si legge nel documento ufficiale. Chi viene sorpreso a stazionare nelle aree interdette, mostrando atteggiamenti aggressivi o minacciosi, sarà immediatamente allontanato. Le violazioni saranno perseguite anche penalmente, in base agli articoli 17 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e 650 del Codice penale.

A Palermo, oltre alle zone rosse, è stato previsto un incremento immediato delle Forze dell’Ordine, con la crescita progressiva degli organici nell’arco di tre mesi e l’impiego di reparti mobili di stanza in Sicilia per attività di prevenzione dei reati. Il piano di sicurezza, inoltre, prevede di destinare 2,7 milioni di euro al potenziamento dei sistemi di telesorveglianza e di avviare operazioni periodiche di controllo e perquisizione nei quartieri a più alto rischio.

Nei giorni scorsi è scattata una nuova ondata di controlli serrati da parte del Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo nel centro storico del capoluogo, con particolare attenzione alle aree della movida, tra cui le vie attorno a piazza Sant’Anna. L’operazione, disposta, ha coinvolto militari della Compagnia di Palermo Piazza Verdi e del Nucleo Radiomobile, con il supporto della Motorizzazione Civile e delle unità cinofile.

Obiettivo dell’intervento: contrastare lo spaccio di stupefacenti, la microcriminalità, i furti e l’illegalità diffusa che troppo spesso accompagnano le notti cittadine. Diversi i risultati ottenuti nell’ambito delle attività condotte. Tra gli episodi più rilevanti, l’arresto di un diciannovenne palermitano, già noto alle forze dell’ordine, sorpreso in possesso di quattro panetti di hashish e circa 40 dosi tra cocaina, hashish e marijuana, oltre a mille euro in contanti e materiale per il confezionamento della droga. Denunciati per il medesimo reato anche il padre e il cugino, rispettivamente di 50 e 26 anni, che secondo gli investigatori avrebbero ricoperto il ruolo di vedette.

Nel corso di un’altra operazione, due minorenni sono stati arrestati per furto aggravato mentre tentavano di smontare fari da alcune auto parcheggiate. Colti in flagranza dai Carabinieri del Radiomobile, sono stati condotti al Centro di Prima Accoglienza “Malaspina”, su disposizione della Procura per i Minorenni.

Sempre nel quadrante del centro storico, un trentenne è stato denunciato dopo aver ignorato un posto di controllo e tentato la fuga in sella a un motociclo privo di assicurazione. Raggiunto dai militari nei pressi della propria abitazione, è risultato positivo all’alcoltest con un tasso di 1,03 g/l, ed è emerso che fosse già destinatario di un avviso orale. Per lui sono scattate le denunce per guida in stato di ebbrezza e resistenza a pubblico ufficiale.

Durante i pattugliamenti, grazie anche al fiuto delle unità cinofile, sono stati rinvenuti e sequestrati ingenti quantitativi di droga: in via Costanza Girardengo, circa 130 dosi pronte allo smercio e un panetto da 100 grammi di hashish nascosti in una baracca; in un altro intervento, recuperati oltre 200 involucri contenenti cocaina e hashish.

Non solo stupefacenti e furti. L’attenzione dei Carabinieri si è rivolta anche al rispetto delle norme di circolazione nelle aree pedonali, sempre più frequentate da mezzi non conformi. Sequestrate 12 biciclette elettriche modificate, assimilabili a ciclomotori, per le quali sono state elevate sanzioni per un totale di quasi 50.000 euro.

Il dispositivo di sicurezza introdotto rientra in una strategia di controllo più ampia, decisa anche in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, che prevede una presenza rafforzata nelle ore serali e notturne nelle zone a più alta densità di frequentazione.

Tutti i soggetti coinvolti nei provvedimenti sono, ad oggi, da considerarsi indagati e presunti non colpevoli, in attesa delle verifiche giudiziarie che potranno concludersi solo con un’eventuale sentenza definitiva.

Fabio Gigante 
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