Un palco, una giuria, un pubblico caloroso e, soprattutto, i talenti. C’erano tutti gli ingredienti ieri pomeriggio al teatro Enzo Tortora del carcere di Velletri per la finale di “Prison Got Talent”, il primo talent show in un penitenziario.
A vincere è stato Tommaso, napoletano di 38 anni, che uscirà dal carcere a inizio ottobre. «Ho già fatto due dischi e voglio continuare a cantare», ha detto orgoglioso stringendo la coppa. Con una potente interpretazione di “Ultimamente” del compianto Alex Baroni, Tommaso ha conquistato la cima della classifica.
Al secondo posto, ex aequo, Aliu con una poesia che un giorno diventerà rap e Roberto, tra i decani dell’istituto e cantastorie, che ha emozionato il pubblico raccontando di un uomo appena uscito dal carcere che continua a cercare il suo “cellante” senza ricevere risposta.
Terzi, sempre ex aequo, Andrea con una performance di break-dance sulle note di “In Da Club” di 50 Cent e un altro Andrea, che ha portato il karate in scena. Con l’autorizzazione della direttrice, ha indossato il karategi, la divisa tradizionale: «Faccio karate dall’89, ho smesso quando sono entrato qui 7 anni fa; non ho nessuno a cui insegnarlo. Sono cresciuto con i documentari di Bruce Lee», ha raccontato dopo la vittoria.
Tra i premi distribuiti ai vincitori, completi da calcio, cioccolate e biscotti.
Un evento corale
Al di là delle esibizioni, “Prison Got Talent” è stata una prova di squadra per la comunità penitenziaria di Velletri. «La collaborazione tra di noi è essenziale; dove non c’è, è impossibile fare queste cose», ha commentato la direttrice Anna Rita Gentile.
Sabrina Falcone, responsabile dell’area giuridico-pedagogica, ha aperto il contest scaldando il teatro: «Il nostro obiettivo era farvi capire che avete risorse che non conoscevate. Voi avete valore, che non cancella il danno fatto alla società, ma ciò per cui lavoriamo ogni giorno è rendervi consapevoli che ciascuno ha un valore. Compresi voi qui dentro».
Fondamentale anche il contributo della Polizia penitenziaria: dall’ispettore capo Emiliano Proietti, che ha seguito la parte tecnica e i concorrenti per tutta l’estate, all’ispettore Massimo Popolla, che ha dispensato consigli su come stare sul palco, fino al commissario Egidio Cervini, che ha curato la gestione dell’evento.
Una giuria d’eccezione
Oltre al personale dell’istituto, in giuria anche ospiti speciali. La conduttrice Rossella Brescia, voce di “Tutti pazzi per Rds”, ha commentato e consigliato ogni performance, concludendo: «Vi auguro di ricominciare dall’arte, perché può essere davvero d’ispirazione per tutti voi e dà speranza e forza. Se si pensa a quello che succederà dopo attraverso l’arte, andrà tutto bene».
La cantante e giurata Lavinia Fiorani ha aggiunto: «‘Prison Got Talent’ ha permesso ai finalisti di toccare realmente la loro realtà interiore attraverso l’arte. Fantastico: ha insegnato tanto anche a me».
Il futuro di “Prison Got Talent”
L’appuntamento è già alla prossima edizione: il talent non si ferma, come non si ferma la scommessa di cercare – e trovare – nuovi talenti tra i detenuti.







































