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Ven, 07 Nov 2025
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Salvare i borghi marinari

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L’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea ha pubblicato un avviso da un milione di euro per finanziare a fondo perduto interventi di restauro e riqualificazione di edifici, porti, spazi pubblici, aree legate alla pesca, la realizzazione o il ripristino di segnalamenti marittimi luminosi, ormeggi, ancoraggi, videosorveglianza e illuminazione, ma anche punti acqua e arredo urbano.

L’iniziativa mira a valorizzare i borghi marinari siciliani, promuovendo uno sviluppo sostenibile delle comunità costiere.

Per l’assessore Luca Sammartino, “si tratta di un provvedimento importante che va incontro alle esigenze dell’intero settore. Un’opportunità strategica per preservare il patrimonio storico e culturale dei piccoli centri marittimi dell’isola, rafforzandone l’identità e incentivando un turismo sostenibile”.

I progetti dovranno favorire la creazione di percorsi culturali, musei, aree espositive e spazi dedicati alla pesca e alle tradizioni artigianali locali. Ogni progetto potrà ricevere fino a 250 mila euro, coprendo integralmente i costi previsti.

Possono partecipare Comuni, enti pubblici, Gal della pesca, associazioni culturali e soggetti privati non lucrativi già attivi nel settore e con beni riconosciuti nel Registro delle identità della pesca mediterranea e dei borghi marinari (Reimar).

È ammessa la partecipazione in forma associata per favorire collaborazioni tra enti pubblici e privati. Le domande devono essere inviate entro il 3 novembre tramite pec. Per maggiori informazioni e per consultare l’avviso è disponibile sul sito istituzionale della Regione Siciliana.

Cos’è il REIMAR

Il REIMAR (Registro Identitario della Pesca Mediterranea e dei Borghi Marinari) è un registro istituito dalla Regione Siciliana, tramite il Dipartimento della Pesca Mediterranea, con lo scopo di salvaguardare, documentare e valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale legato alla pesca, alle comunità costiere e ai borghi marinari.

Gli obiettivi principali del Registro sono quelli si identificare e censire attrezzi di pesca, metodi di cattura, aziende di trasformazione, e le pratiche tradizionali legate al mare e alla pesca; documentare i saperi, le conoscenze, le usanze, i riti, le tradizioni delle comunità costiere (celebrazioni rituali, espressioni culturali, gastronomia marinara); individuare e valorizzare i borghi marinari che conservano caratteri storici, architettonici e culturali riconoscibili legati al mare; catalogare tonnare, musei del mare, infrastrutture tradizionali per la pesca, come elementi fisici del patrimonio marittimo; offrire uno strumento di promozione culturale, educativa e turistica, nonché di cooperazione fra comunità costiere e altri paesi del Mediterraneo.

Il registro è articolato in sei sezioni che coprono diverse dimensioni del patrimonio marinaro e marittimo. I borghi marinari, borgate costiere che mantengono identità storica, struttura urbanistica, edifici tipici (fari, torri, tonnare); i saperi del mare, tecniche tradizionali (costruzione barche, attrezzi, pesca, lavorazione del pescato) tramandate nel tempo; le celebrazioni rituali ossia festività, rituali, leggende legate alla cultura del mare; le espressioni tradizionali e spazi culturali – musica, canti, mercati storici del pesce, forme culturali legate al contesto costiero; le tonnare e costruzioni per la trasformazione del pescato, stabilimenti, resti storici, strutture connesse alla tonnara e alla conservazione del pescato e i Musei del mare, strutture museali dedicate alla memoria e alla cultura marittima.

Il registro è stato istituito con Decreto n. 375/pesca del 14 giugno 2016, e successivamente rifinito in base alla Legge regionale 20 giugno 2019, n. 9 (art. 5). L’iscrizione di un borgo o sito nel registro consente di accedere a strumenti di valorizzazione, bandi per recupero, restauro, promozione, fruizione culturale. Il registro funge anche come documento di identità culturale, con intento internazionale di dialogo con altre comunità mediterranee.

Fabio Gigante

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