Può un monumento insegnare l’inclusione e diventare modello per le città di oggi?
È la domanda che Palermo ha posto al mondo attraverso la sua eredità arabo-normanna, trasformando per tre giorni il proprio patrimonio in un laboratorio a cielo aperto.
Dal 2 al 4 settembre la città ha accolto trenta giovani provenienti da diversi Paesi, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, riuniti per l’ICCAR Youth Bootcamp (International Coalition of Inclusive and Sustainable Cities) dell’UNESCO, un percorso di formazione intensivo che ha unito teoria, pratica e scoperta dei luoghi simbolo della convivenza millenaria.
Il programma formativo
Il programma ha offerto ai partecipanti, soprattutto studenti e giovani professionisti, l’opportunità di acquisire competenze pratiche e teoriche nel campo della conservazione, delle tecniche di restauro, della gestione dei beni culturali e della sostenibilità.
I ragazzi sono stati guidati in un percorso che ha svelato come la Cappella Palatina fosse l’emblema di una governance che usava la diversità come strumento di governo e come la Cattedrale sia un “palinsesto culturale” che insegna l’integrazione nel tempo.
A San Giovanni degli Eremiti, con le sue iconiche cupole rosse, la tecnologia costruttiva araba si fonde con un edificio cristiano. Un laboratorio a cielo aperto per trasformare l’ispirazione storica in azione concreta per il futuro delle città e per studiare il modello multiculturale normanno.
L’iniziativa, inserita nel progetto Mosaicando, ha mostrato come i monumenti non siano solo memoria ma possano diventare strumenti concreti per affrontare le sfide dell’Agenda 2030.
L’Orto Botanico ha ospitato il workshop “Pensare globale, agire locale”, dove esperti, amministratori e docenti hanno discusso di inclusione e pace.
Il dibattito internazionale
Il dibattito ha spaziato dalla prospettiva globale dell’UNESCO, presentata da Linda Tinio-Le Douarin, vicecapo sezione Inclusione, diritti e dialogo interculturale – UNESCO, alla leadership politica illustrata da Paolo Rondelli, ex capitano reggente di San Marino, e agli strumenti finanziari spiegati da Manuela Marsano, esperta di fondi europei.
Le esperienze pratiche delle città sono state al centro degli interventi di Matteo Lepore (sindaco di Bologna), Asher Craig (presidente della Bristol Legacy Foundation) e Michael A. Schadek (direttore delle partnership regionali di Columbus, Ohio).
Infine, Aurelio Angelini (professore universitario) ha contestualizzato il dibattito a livello locale per Palermo, mentre Alex Uberti (project manager) ha disquisito sulla prospettiva della vigilanza attiva contro la discriminazione.
Durante le giornate, i partecipanti hanno anche incontrato il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, l’assessore alla pianificazione urbanistica Maurizio Carta e il dirigente alla pianificazione strategica Massimo Rizzuto, entrando così in dialogo con le istituzioni locali.
Tutto questo sarà raccontato a New York, il 23 settembre, in un documentario di 25 minuti proiettato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Le parole di Roberto Lagalla, sindaco di Palermo
“Accogliere a Palermo il Bootcamp ICCAR, iniziativa della rete UNESCO per la formazione di leader urbani – afferma il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla – è stato un onore e al tempo stesso una straordinaria opportunità per la nostra città. Dal 2 al 4 settembre, grazie al progetto Mosaicando e al modulo dedicato al sito seriale “Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale”, Palermo si è trasformata in un vero e proprio Living Lab dell’inclusione: uno spazio dove il patrimonio culturale non è solo memoria, ma strumento attivo per immaginare e costruire città più eque e sostenibili. La nostra storia millenaria, fatta di dialoghi tra culture e civiltà diverse, rappresenta oggi una risorsa viva e dinamica per affrontare le sfide del presente. Il percorso UNESCO, che unisce monumenti straordinari e identità plurali, è al centro di un progetto che parla alle nuove generazioni e contribuisce alla formazione di cittadini e cittadine consapevoli, protagonisti del cambiamento. Il comune di Palermo ha sostenuto con convinzione questa iniziativa, pienamente coerente con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e gli obiettivi dell’ICCAR Youth Bootcamp 2025. Palermo vuole essere laboratorio permanente di convivenza, creatività e innovazione sociale, e questo Bootcamp ha rappresentato un passo importante in questa direzione”.
Il commento ECCAR
“Accogliere 25 giovani provenienti da ogni parte del mondo e condurli alla scoperta della Palermo arabo-normanna – afferma Benedetto Zacchiroli, presidente di ECCAR (European Coalition of Cities Against Racism) – significa offrire loro non solo un patrimonio artistico straordinario, ma anche la testimonianza viva di come questa eredità continui a plasmare la città come luogo di inclusione. Condividere questo modello di convivenza è un esercizio di cittadinanza pubblica che rafforza il legame tra memoria storica e futuro delle comunità globali”.
Dorotea Rizzo








































