Commemorati questa mattina in via De Amicis a Palermo, luogo dell’agguato, il giudice Cesare Terranova e il maresciallo di Polizia Lenin Mancuso, uccisi 46 anni fa dalla mafia. Alla manifestazione hanno preso parte autorità civili e militari.
“Siamo qui per ricordare – ha dichiarato il Questore di Palermo, Vito Calvino – due uomini dello Stato che hanno pagato con la vita per rendere la nostra città libera dalla mafia. Oggi, è importante la presenza dei ragazzi delle scuole affinché sappiano che le nuove opportunità acquisite le dobbiamo a uomini come il giudice Cesare Terranova e il poliziotto Lenin Mancuso”.
“Mio padre e il giudice Terranova – dichiara Carmine Mancuso, figlio di Lenin – sapevano che il loro destino era scritto. Ne avevano la piena consapevolezza, nonostante ciò hanno proseguito sino all’ultimo dei loro giorni con il massimo impegno nella lotta alla mafia. Mio padre non si è mai risparmiato, lavorando tutti i giorni con una passione e una tenacia uniche. Questa è la lezione più preziosa che mi ha trasmesso, oltre all’amore per la nostra famiglia. Il suo è ancora oggi un esempio fondamentale per il sottoscritto, un punto di riferimento di cui faccio tesoro ogni giorno”.
“Sono proprio magistrati come Terranova che, con il loro impegno e la loro rettitudine – dichiara il nipote, Vincenzo Terranova, presidente di Sezione presso il Tribunale di Palermo – hanno contribuito pagando anche con la vita a fermare l’espansione dei clan mafiosi. È stato un grande investigatore, il primo ad aver capito che la mafia era un’organizzazione criminale unitaria che agiva di concerto con elementi della politica, dell’amministrazione pubblica e dell’economia. A 46 anni di distanza dal vile agguato, continuiamo a ricordare il suo coraggioso esempio che, ancora oggi, deve stimolare la diffusione della cultura della legalità”.
Oggi pomeriggio, per ricordare Cesare Terranova e Lenin Mancuso, nel Salone delle Feste del Circolo Unificato dell’Esercito di Palermo è stato dedicato al giudice e al maresciallo il concerto di debutto del complesso bandistico dell’Associazione Nazionale del Fante, diretto dal maestro Angelo La Porta e composto da trentacinque elementi. A Terranova e a Mancuso è anche intitolata la sezione dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia.
La scelta della data non è stata affatto casuale: la Federazione Provinciale dell’Associazione Nazionale del Fante, presieduta dal primo luogotenente Vincenzo Maria Maniaci, e l’Associazione Nazionale del Fante – Protezione Civile e Ambientale Odv Sicilia, presieduta da Vincenzo Nuccio, si sono unite nel ricordo convinte che custodire e tramandare la memoria storica dipenda da ognuno di noi.
Maniaci e Nuccio sottolineano: “Come associazione d’Arma, abbiamo l’obbligo morale di cercare di diventare custodi della memoria storica non solo come fonte di conoscenza ma anche produttrice di sapienza che porti l’uomo a porsi consapevolmente davanti al suo passato e alla storia, cercando di trarre da essa una strategia di pace per la vita nel futuro. E questo lo dobbiamo ai giovani”.
Da queste considerazioni nasce l’idea della banda musicale, convinti come sono che la musica – come scrisse Schopenhauer – “è la vera lingua universale che viene compresa ovunque. E infatti non parla di cose, ma soltanto di gioia e di dolore, che sono le uniche realtà dovute alla volontà: la musica parla così intensamente al cuore, mentre nulla ha da dire direttamente alla testa”.
I giovani componenti della banda, che hanno scelto di dedicare il loro tempo alla musica tra studio, prove ed esibizioni, si sentono vicini ad associazioni come quella del Fante: avranno infatti la possibilità di guardare da vicino il mondo militare, le tradizioni e una storia che testimonia valori e nobili sentimenti che il mondo attuale spesso dimentica, simboli della necessità di ritornare ad un vivere civile e di comunità, importante per i rapporti autentici che legano le persone.
Fabio Gigante







































