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Mer, 12 Nov 2025
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Definiamo bambino!

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Ci siamo presi qualche giorno per riflettere su quale fosse la risposta più corretta alla domanda posta all’attore Enzo Iacchetti, qualche giorno fa, durante un noto programma “E’ sempre carta bianca” in onda su Rete 4. La domanda a cui ci riferiamo è stata: “definisci bambino”.

Dobbiamo, alla fine, purtroppo, dar torto all’attore che si è inalberato quando gli è stata posta. Non siamo infatti riusciti a trovare una definizione che possa essere universale, visto accade, senza soluzione di continuità, nel mondo. Non riteniamo, infatti, che dopo tanto orrore perpetrato da sempre nei confronti dei bambini, per tutti loro possa esserci una sola definizione.

In realtà, per essere del tutto sinceri, già da anni questo dubbio è stato motivo di lunghe riflessioni. Già dai tempi dei “Rosso Malpelo delle solfatare siciliane” ai bambini soldati nei Paesi africani, ai bambini con il pigiama a righe chiusi nei campi di concentramento nazisti, e non solo. Ed ancora più indietro nella storia non poteva esserci una sola definizione che vestisse adeguatamente l’idea di “bambino”, una definizione che possa essere universale.

Perché, ci chiediamo, come si può definire un essere che ad appena pochi anni di vita, sottoposto ad atrocità indicibili, a traumi che non passeranno più e condizioneranno per sempre la sua vita? Come si può definire bambino colui o colei costretti a subire violenze fisiche atroci, violenze psicologiche degne del miglior film di fantasy horror, che purtroppo superano la stessa fantasia nella realtà del quotidiano? Come possiamo paragonare un bimbo che, nato dalla parte fortunata del mondo, viene curato, protetto, cresciuto nel miglior modo ad oggi possibile, alla stregua di un bambino nato in Paesi che non riescono a garantirgli gli stessi diritti, o un bambino di Gaza? Non si può farlo. Proprio non si può. E quindi, caro Iacchetti, oggi comprendiamo che alla domanda che ha ricevuto in tv, forse, avrebbe dovuto sforzarsi di dare più e più risposte, in base a quale parte del mondo vengono alla luce i bambini.

Si, siamo consapevoli che, ancora oggi, non è un’impresa facile definire bambino. Che non si tratta di una risposta istintiva. Bisognerebbe prima aver la forza di pensare a tutto il male che gli adulti riversano loro e dopo, forse, formulare delle risposte caso in caso.

La parola bambino, nella maggior parte del mondo, si riferisce ad un essere che è in fase di crescita, apprendimento, che sta formando la sua coscienza sociale, non autonomo. Un individuo che ha bisogno di protezione, cure, attenzione e stimoli. Da questi elementi dipenderà l’uomo che verrà domani, da quel bambino. Noi non siamo riusciti a dare una definizione universale e immaginiamo che nemmeno lei sia riuscito, forse la sua sensibilità ed umanità non coincidono con la crudeltà del mondo. Ma, allora, vorremmo averla la definizione corretta, da chi le ha posto una domanda così complessa e dolorosa. Al suo interlocutore tv, Eyal Mizrahi, chiediamo: definisci bambino!

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