Il 25 settembre, al Circolo Unificato dell’Esercito di Palermo, il debutto del complesso bandistico voluto dall’Associazione Nazionale del Fante per celebrare l’anniversario dell’uccisione del giudice Terranova e del maresciallo Mancuso e trasmettere valori e tradizioni alle nuove generazioni.
Giovedì 25 settembre, alle ore 17, nel Salone delle Feste del “Circolo Unificato dell’Esercito di Palermo”, in piazza Sant’Oliva 25, si terrà il concerto di debutto del complesso bandistico dell’Associazione Nazionale del Fante.
La nuova formazione, composta da 35 elementi e diretta dal maestro Angelo La Porta, suonerà nel giorno del 46° anniversario dell’uccisione del giudice Cesare Terranova e del maresciallo Lenin Mancuso, al quale è intitolata la sezione palermitana dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia.
L’iniziativa è stata voluta dall’Associazione Nazionale del Fante – Federazione Provinciale di Palermo, presieduta dal 1° Luogotenente Vincenzo Maria Maniaci, insieme all’Associazione Nazionale del Fante – Protezione Civile e Ambientale O.D.V. Sicilia, presieduta dal dottor Vincenzo Nuccio. «Come associazione d’arma, abbiamo l’obbligo morale di cercare di diventare custodi della memoria storica non solo come fonte di conoscenza ma anche produttrice di sapienza che porti l’uomo a porsi consapevolmente davanti al suo passato e alla storia, cercando di trarre da essa una strategia di pace per la vita nel futuro. E questo lo dobbiamo ai giovani», sottolineano i promotori.
Da queste riflessioni è nata l’idea di creare una banda musicale. «La musica – come diceva Schopenhauer – è la vera lingua universale che viene compresa ovunque. Essa non parla di cose, ma soltanto di gioia e di dolore, che sono le uniche realtà per la volontà: perciò essa parla così intensamente al cuore, mentre nulla ha da dire direttamente alla testa».
Un progetto quindi che unisce memoria e futuro: i giovani musicisti non solo si dedicano allo studio e alle esibizioni, ma scoprono anche tradizioni e valori che rischiamo di perdere e che meritano invece di essere tramandati.
Dorotea Rizzo







































